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Le PMI svizze­re cer­ca­no atti­va­men­te una via d'usci­ta dalla cri­si

Nel 2020 la pan­de­mia di CO­VID-19 tie­ne in scacco l'eco­no­mia. L'edi­zio­ne di que­st'anno dello stu­dio sulle PMI di Cre­dit Suis­se si in­terro­ga sull'approccio adotta­to dalle PMI svizze­re per ge­sti­re la cri­si e pre­pa­rar­si alla «nuo­va nor­ma­li­tà».

15.12.20206 min per leggere

La crisi del coronavirus lascia il segno sulle PMI in Svizzera

L'emergenza coronavirus ha fatto sprofondare l'economia svizzera in una crisi senza eguali. Le misure per il contenimento della pandemia hanno determinato una netta flessione dell'attività economica. Sebbene la rapida adozione di misure di sostegno statali abbia limitato i danni per le imprese, nell'autunno 2020 oltre la metà delle PMI continuava a operare al di sotto del livello precedente la crisi o si trovava in piena gestione dell'emergenza.

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Le PMI si preparano alla «nuova normalità»

In che modo le PMI svizzere affrontano la crisi e i conseguenti cambiamenti? A questo tema è dedicata l'edizione di quest'anno dello studio sulle PMI di Credit Suisse. Sono state intervistate, tra settembre e inizio ottobre 2020, 1001 PMI svizzere. Dal sondaggio emerge che oltre a ricorrere ai prestiti di emergenza e alle indennità per lavoro ridotto, le PMI svizzere si preparano attivamente alla «nuova normalità».

 

Per esempio, dall'inizio della crisi, quasi la metà delle PMI ha adeguato il modello di business in considerazione delle mutate esigenze della clientela. Nell'autunno 2020 ben quattro imprese su cinque si trovavano in piena gestione dell'emergenza – tanto che il 76 per cento ha optato per un definitivo cambiamento di rotta. Il detto «la necessità aguzza l'ingegno» sembra trovare conferma.

A dispetto – o forse proprio a causa - del coronavirus, le PMI mettono in conto investimenti per il futuro

Per rendere l'impresa più resistente e gettare le basi per la crescita futura, quasi il 60 per cento delle PMI ha in programma investimenti. Soprattutto le imprese che durante la pandemia hanno valutato in termini piuttosto negativi l'andamento dei loro affari intendono effettuare investimenti in futuro. La pandemia di coronavirus potrebbe aver accresciuto la consapevolezza dell'urgenza. Le imprese intervistate hanno dichiarato di avere in programma principalmente investimenti in beni reali, ovvero investimenti in impianti tecnici, macchinari e immobili.

 

Nell'agenda di quasi tutte le imprese figura anche il miglioramento del livello di digitalizzazione. Oltre la metà delle PMI vede necessità d'azione nell'automazione dei processi aziendali e nell'ampliamento dell'infrastruttura IT, seguiti a ruota dalla formazione dei collaboratori e dalla garanzia della sicurezza IT. Chi può permetterselo, investe inoltre nella sostenibilità ambientale.

Studio sulle PMI 2020 di Credit Suisse

Le PMI svizzere considerano la sostenibilità ambientale un fattore di costo o di successo? E in futuro le PMI punteranno più spesso sull'home office? Nello studio sulle PMI 2020 scoprite le previsioni e le stime degli esperti e gettate uno sguardo sulle PMI svizzere.

12/07/2024

La stabilità delle catene di approvvigionamento acquisisce importanza per le PMI svizzere

La crescita è garantita solo se le catene di creazione del valore e di approvvigionamento funzionano senza intoppi. E la pandemia di coronavirus ha messo in luce i loro punti deboli. Le imprese di tutto il mondo, dunque anche quelle svizzere, hanno risentito dell'interruzione delle catene di approvvigionamento globali.

 

La dipendenza da ciò che accade in Asia e negli altri Paesi del mondo induce le PMI svizzere a ripensare le loro catene di approvvigionamento. Molte hanno in programma cambiamenti per il futuro. Tuttavia le ristrutturazioni comportano un aumento dei costi e dei rischi nel breve periodo. Per questo motivo gli autori dello studio sulle PMI sono giunti alla conclusione che in molti casi le PMI dovrebbero mantenere le loro catene di approvvigionamento, ma investire di più a livello locale al fine di garantirsi un approccio diversificato.

Strategie per catene di approvvigionamento più resistenti

  • Una gestione digitale della supply chain e i modelli Big Data identificano potenziali difficoltà di approvvigionamento, nonché oscillazioni della domanda.
  • La diversificazione dei fornitori e l'approvvigionamento dei componenti critici da diverse regioni geografiche migliorano la sicurezza della fornitura.
  • Un accorciamento della supply chain assicura un miglior controllo.
  • Il reshoring di attività o componenti strategici riduce la dipendenza dai fornitori esteri.
  • L'automazione dei processi ne facilita il ricollocamento e riduce le interruzioni dovute alla limitazione del numero di addetti.