Il riscaldamento o la guida dell’auto generano emissioni dirette. Queste rappresentano però solo il 27% delle emissioni totali di CO2 delle economie domestiche svizzere. Il resto delle emissioni si produce nel processo di produzione dei beni, si tratta cioè di emissioni indirette.
Le tasse sul CO2 si applicano a queste emissioni indirette. Dal momento che quasi tutte le attività economiche e produttive comportano emissioni di CO2, una tassa sul CO2 provocherebbe un aumento del livello generale dei prezzi.
Questo dimostra che, nel confronto internazionale, l’impatto medio di CO2 indiretto del consumo svizzero è basso. Questo perché le economie domestiche nazionali spendono relativamente poco nei settori ad alto impatto di CO2. Per ogni franco consumato, vengono rilasciati solo 0,15 chilogrammi di CO2. Per fare un confronto: in Cina, il valore è più di quattro volte più alto, con 0,67 chilogrammi di CO2 per franco consumato, mentre in Germania è il doppio, con 0,30 chilogrammi di CO2. Questo suggerisce che le economie domestiche svizzere sarebbero meno esposte a un aumento globale dei prezzi del CO2 rispetto agli altri Paesi.
Gli esperti di Credit Suisse valutano quattro diversi scenari derivanti da una tassa sul CO2. L’obiettivo dell’analisi è quello di evidenziare l’impatto lungo la catena di creazione del valore globale, e per questo motivo sono stati volutamente scelti scenari contrastanti e a volte estremi.
La comunità globale stabilisce di raggiungere a medio termine il prezzo di 75 USD per tonnellata di CO2, raccomandato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per adempiere all’Accordo di Parigi sul clima. Il nuovo prezzo sarà inizialmente di 30 USD per tonnellata di CO2. La tassazione riguarda il 100% delle emissioni globali. Secondo le aspettative, questo scenario comporta i maggiori aumenti dei costi sia per l’economia che per le economie domestiche.
Analogamente allo scenario globale, le principali nazioni industrializzate decidono di applicare un prezzo universale per il CO2 di 30 USD per tonnellata. In questo scenario, si copre circa il 27% delle emissioni globali. La Svizzera non partecipa. In questo scenario, il prezzo dell’energia in Svizzera aumenta solo dello 0,55%.
Il prezzo dei diritti di emissione nel sistema comunitario dello scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra (ETS UE) aumenta in poco tempo, per effetto del mercato, da 80 euro per tonnellata di CO2 all’inizio del 2022 a 107 euro per tonnellata di CO2. Questo scenario riguarda il 6 per cento delle emissioni globali. Secondo le aspettative, gli aumenti dei costi in Svizzera interessano i settori soggetti allo scambio delle quote di emissioni. Ma gli aumenti dei prezzi si ripercuotono anche nelle industrie a valle, come l’agricoltura, l’edilizia o i trasporti.
Mentre il mondo progredisce lentamente in materia di prezzi delle emissioni, l’elettorato svizzero approva una versione riveduta della legge sul CO2 che prevede un aumento e un’espansione unilaterale della tassa sul CO2. La tassa viene applicata ora a tutte le emissioni di CO2 e l’importo aumenta a 148 franchi svizzeri per tonnellata di CO2. Nonostante la misura piuttosto drastica, questo scenario riguarda solo lo 0,08% delle emissioni globali.
I rapporti commerciali qui non sono determinanti; l’unico fattore decisivo sono le emissioni indirette della creazione di valore nazionale che, secondo la nostra analisi, sono piuttosto basse. Gli aumenti dei costi si verificano soprattutto nell’agricoltura, in alcuni settori industriali e nel settore edile. Nel complesso, lo scenario «scelta unilaterale della Svizzera» è il più conveniente tra i quattro, sia per la creazione di valore nazionale che per il consumo delle economie domestiche svizzere e per il bilancio nazionale.
Nel complesso, si può dire che in tutti e quattro gli scenari gli aumenti di prezzo rimarrebbero contenuti. Lo scenario «scelta unilaterale della Svizzera» può offrire incentivi efficaci per la riduzione delle emissioni all’interno del Paese, e ad un costo relativamente basso per le economie domestiche, come mostra la nostra analisi. È vero che questo scenario non contribuirebbe in modo significativo alla lotta contro il cambiamento climatico. Tuttavia, questo permetterebbe di preparare gradualmente l’economia svizzera ad un aumento dei prezzi globali del CO2, che verosimilmente arriverà prima o poi.