I buoni collaboratori sono un fattore di successo cruciale per le aziende. Ma il reclutamento di manodopera specializzata è fonte di problemi per numerose imprese svizzere, basti pensare, come rivela l'edizione di quest'anno dello studio sulle PMI di Credit Suisse, che negli scorsi tre anni due terzi delle aziende che assumono hanno incontrato difficoltà ad occupare posizioni vacanti con candidati idonei.
Dal sondaggio condotto tra 800 PMI emerge che non vi è alcun segno di distensione sul mercato del reclutamento. Al contrario: la prevalenza delle aziende interpellate prevede che la ricerca di collaboratori adeguati si farà ancor più difficile in futuro. Da un lato, lo sviluppo demografico negli anni a venire produrrà un aumento dei pensionamenti, formando verosimilmente nuovi vuoti di personale, senza trascurare che la digitalizzazione crea nuovi profili attitudinali, ostacolando di riflesso la ricerca di collaboratori idonei.
Infine, anche la flessibilizzazione del lavoro dovrebbe influire sulla ricerca di personale. Nuovi modelli di lavoro si stanno sempre più affermando e numerosi collaboratori li danno ormai per scontati. Ciò malgrado, la loro attuazione non è ugualmente possibile ovunque. Le PMI che, ad esempio, non possono assecondare il desiderio di soluzioni di home office rischiano di perdere attrattiva rispetto ai loro concorrenti.
l sistema educativo svizzero, con i suoi molteplici percorsi formativi, gode di una buona reputazione presso buona parte delle PMI. Il 76% è convinto che sia ben o molto ben calibrato sulle proprie esigenze, ma non può esimersi dall'evolvere in concomitanza con i mutati requisiti posti alla forza lavoro, tant'è vero che il 58 per cento delle aziende ritiene che il sistema educativo svizzero dovrebbe focalizzarsi maggiormente sull’acquisizione di competenze generali – le cosiddette «soft skills» – anziché sulla divulgazione di conoscenze puramente tecniche. Inoltre, il 45 per cento delle PMI è dell'avviso che i contenuti formativi non reggano il passo del cambiamento economico.
Numerose aziende hanno già adottato autonomamente correttivi per contrastare la carenza di personale qualificato. Ad esempio con corsi di perfezionamento professionale per i collaboratori. Il 93 per cento di tutte le PMI propone ai propri collaboratori almeno una possibilità di perfezionamento professionale. Le ragioni che spingono le aziende ad offrire corsi di formazione continua sono variegate. Il 77 per cento di loro per esempio ha dichiarato di proporre un perfezionamento professionale perché non trova competenze specifiche sul mercato. Oltre a colmare lacune conoscitive dirette nelle aziende, il perfezionamento professionale soddisfa anche molte necessità a più lungo termine in relazione a questioni di personale e reclutamento. Circa il 90 per cento delle PMI ha indicato che il perfezionamento professionale accresce l'attrattiva dell'impresa, aumenta la produttività dei collaboratori e in buona sostanza contribuisce anche a fidelizzarli.
Nell'implementare le offerte di formazione continua, numerose PMI sono tuttavia confrontate con determinati ostacoli. Due terzi delle aziende partecipanti al sondaggio ad esempio ravvisano un ostacolo nella mancanza di tempo da concedere ai collaboratori. Del pari, per oltre la metà delle imprese lo scarso interesse dei collaboratori e la mancanza di capacità interne per l’organizzazione e la pianificazione del perfezionamento professionale si traducono in un'ulteriore limitazione.
Su questo fronte, per le aziende di più piccole dimensioni si evidenziano svantaggi. Nelle aziende con meno di 10 dipendenti la mancanza di tempo per pianificare e realizzare corsi di formazione continua incide molto di più che nelle PMI di più grandi dimensioni. Non stupisce quindi che tra le PMI che non offrono alcun perfezionamento professionale vi sia un numero superiore alla media di microimprese.
Oltre alle offerte di formazione continua, anche l’identificazione e la promozione dei talenti interni all’azienda rappresentano una componente importante dello sviluppo del personale. In particolare per le aziende in cui numerosi collaboratori più maturi ed esperti si accingono ad andare in pensione, il trasferimento di conoscenze alla generazione successiva consente di salvaguardare e trattenere un importante know-how all'interno dell'impresa.
Al riguardo, più della metà delle PMI interpellate ha affermato di privilegiare perlopiù i propri talenti interni per l’occupazione di posizioni dirigenziali. Questa opzione comporta vari vantaggi: oltre a risparmi di costi e tempo in sede di reclutamento e un periodo di introduzione più breve, le promozioni interne hanno ricadute positive sulla motivazione dei collaboratori, poiché si offrono loro opportunità di carriera. In questa prospettiva, la promozione delle giovani leve può contribuire a fidelizzare i collaboratori e tradursi di riflesso in uno strumento per ovviare alla carenza di manodopera qualificata.