Tassi d’interesse e potere d’acquisto influiscono sul valore del denaro
Risparmiare o investire la liquidità in eccesso? Per rispondere si devono prendere in considerazione i tassi d’interesse e il potere d'acquisto che influiscono sul valore del denaro nel lungo termine e mostrano come anche la liquidità non sia esente da rischi.
Esistono diverse possibilità per misurare il valore del denaro. Due approcci interessanti in termini di teoria finanziaria sono la remunerazione per la messa a disposizione del denaro, ossia il tasso d'interesse, e il potere d'acquisto del denaro.
Il valore del denaro viene misurato in base al tasso d’interesse
Guardando l'andamento dei tassi d’interesse degli ultimi 700 anni si evince una tendenza al ribasso per la maggior parte degli attuali Paesi industrializzati. Questo suggerisce che i bassi tassi d’interesse prevalenti siano la continuazione di una tendenza storica a lungo termine, e non un'eccezione economica che sarà presto sostituita da un livello "normale" dei tassi d’interesse.
Tre motivi alla base del calo a lungo termine dei tassi d'interesse reali
1. Diminuzione della domanda di capitale: grazie al progresso tecnologico settori leader come quello dei software hanno bisogno di meno capitale. Questo riduce anche i rendimenti reali del capitale.
2. Aspettativa di vita in aumento e invecchiamento della società: sempre più persone risparmiano per la vecchiaia. Anche questa offerta eccessiva di capitale determina una riduzione dei tassi d'interesse reali.
3. Diminuzione dei tassi di crescita relativa: A causa dell’andamento economico assoluto, i tassi di crescita relativi sono in calo, il che ha un effetto frenante sugli investimenti e spinge, analogamente, i tassi reali verso il basso.
Der Wert des Geldes wird an der Kaufkraft gemessen
Il valore del denaro nel tempo può essere misurato in base all'andamento del suo potere d'acquisto. L'inflazione può ridurre il potere d'acquisto del denaro. Soprattutto i risparmiatori non devono perdere di vista l'andamento dell'inflazione: se l'inflazione cresce, diminuiscono gli averi di risparmio reali e il patrimonio.
Ciononostante, la maggior parte delle banche centrali persegue un certo incremento del livello dei prezzi. La Banca centrale europea, ad esempio, persegue l'obiettivo di mantenere a medio termine il tasso d'inflazione inferiore ma prossimo al 2 per cento». Lo stesso vale per la Federal Reserve americana, la Banca d'Inghilterra e la Banca nazionale svizzera.
Il contante comporta un certo rischio: lo dimostra il calo del potere d'acquisto
Si considera che con un tasso d'inflazione annuo del 2 per cento il denaro perde metà del suo potere d'acquisto in soli 35 anni. Oltre alla svalutazione, un tasso d'inflazione positivo offre una certa protezione contro un rincaro negativo e i temuti rischi di deflazione che ne derivano. Per questo motivo, un modesto livello di inflazione è ritenuto utile per il funzionamento di un'economia di mercato. Se si prevede un aumento costante dei prezzi si tende a consumare e investire, poiché in futuro le spese saranno più elevate.
Il fatto che il rincaro riduce il potere d'acquisto a lungo termine rende chiaro che anche il denaro contante non è privo di rischi. Pertanto, nell'ambito della loro decisione d'investimento gli investitori dovrebbero tenere conto di un potenziale rincaro, a maggior ragione se non viene investita tutta la liquidità in eccesso. Inoltre, è importante non scendere al di sotto della cosiddetta liquidità di base, in quanto questa è necessaria in caso di un potenziale andamento negativo del mercato finanziario.