Previdenza in caso di divorzio: tutela di entrambi i conviventi
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Previdenza in caso di divorzio. Mantenere l'indipendenza finanziaria.

Pensare alle conseguenze di un divorzio già prima del matrimonio? Per molte coppie è inconcepibile. Eppure, per quanto possa apparire poco romantico, è consigliabile affrontare preventivamente le questioni finanziarie. Infatti, soprattutto in materia di previdenza, un divorzio può comportare perdite. Per questo motivo è importante occuparsi tempestivamente della questione, in modo da assicurare l'indipendenza finanziaria e la copertura di entrambi i conviventi anche nello scenario «worst case».

Quali sono le possibili conseguenze finanziarie di un divorzio?

Un divorzio o una separazione, oltre alle ripercussioni emotive, comporta anche conseguenze di natura finanziaria e previdenziale. Ciò riguarda soprattutto il partner con un reddito inferiore o che, dopo la costituzione della famiglia, opta per una riduzione del grado di occupazione. Nel nostro Paese, nella maggior parte dei casi si tratta di donne.

L'indipendenza finanziaria del partner professionalmente meno impegnato può ridursi nel lungo periodo. Un'interruzione dell'attività lavorativa o una riduzione del grado di occupazione possono comportare lacune nel curriculum vitae, difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro o semplicemente minori possibilità di avanzamento professionale. Tanto più se la situazione si prolunga. Inoltre possono insorgere lacune previdenziali perché, ad esempio, non si è più assicurati in una cassa pensione. Una separazione può comportare sensibili perdite nel patrimonio di vecchiaia e nella rendita, soprattutto nel 2° e nel 3° pilastro.

Come viene suddiviso il patrimonio dopo il divorzio?

La ripartizione patrimoniale dopo il divorzio dipende dal regime dei beni. In assenza di una regolamentazione specifica, alle coppie coniugate si applica il regime di partecipazione agli acquisti. L'intero patrimonio acquisito durante il matrimonio viene suddiviso in parti uguali al momento del divorzio. Solo i beni propri, ovvero i valori patrimoniali che i partner hanno fatto confluire nel matrimonio e le donazioni e le eredità ricevute durante il matrimonio, non vengono suddivisi.

Le coppie possono definire regimi patrimoniali alternativi, come la comunione dei beni e la separazione dei beni. Nella comunione dei beni, il patrimonio e il reddito di entrambi i partner fanno parte dei beni comuni che, in caso di divorzio, vengono suddivisi in parti uguali. La separazione dei beni non prevede alcuna suddivisione del patrimonio.

Cosa succede ai fondi di previdenza dopo il divorzio?

La ripartizione del capitale di previdenza risparmiato durante il matrimonio è diversa per i tre pilastri:

AVS – Nel 1° pilastro si applica lo splitting per tutti gli anni di matrimonio. I salari lordi di entrambi i partner versati nel corso della durata del matrimonio vengono sommati e suddivisi in parti uguali sui conti individuali (CI). Sono esclusi i contributi versati nell'anno in cui è stato stipulato il matrimonio e nell'anno del divorzio. Questa modalità di suddivisione non può essere aggirata da una convenzione matrimoniale o da altre disposizioni contrattuali.

Cassa pensione – Nel 2° pilastro si applica la compensazione previdenziale. In tal caso i fondi risparmiati durante il matrimonio e gli interessi vengono suddivisi in modo preciso per il periodo corrispondente. Neanche questa modalità di suddivisione può essere aggirata da una convenzione matrimoniale o da altre disposizioni contrattuali. Eccezione: non vengono calcolati eventuali riscatti facoltativi documentati che sono stati finanziati con beni propri durante il matrimonio. Inoltre, a determinate condizioni di legge è possibile una deroga alla suddivisione in parti uguali. Questa compensazione può causare una lacuna previdenziale per il partner soggetto a obbligo. Tuttavia, il riscatto nella cassa pensione rappresenta un valido strumento per colmare questa lacuna in un secondo momento.

3° pilastro – Nel 3° pilastro la ripartizione dipende dal regime dei beni. Se non è stata concordata alcuna separazione dei beni, i fondi nel pilastro 3a e nel pilastro 3b vengono suddivisi in parti uguali. Se è stata concordata la separazione dei beni, non cambia nulla e il capitale rimane sempre nella previdenza privata di ciascuno dei partner. Importante: il patrimonio del pilastro 3a rimane vincolato.
Per informazioni dettagliate su ciò che accade ai fondi previdenziali in caso di divorzio, leggete questo articolo.

Come i coniugi possono tutelarsi reciprocamente

Dopo un divorzio, entrambi i partner devono essere in grado di provvedere al proprio sostentamento e alla previdenza per la vecchiaia. Per valutare la migliore soluzione di copertura possibile per entrambi i partner è consigliabile considerare diversi aspetti.

  • Valutare nella pianificazione previdenziale individuale il rischio di divorzio, e anche, ad esempio, il rischio di decesso o di invalidità. In questo modo entrambi i partner sono consapevoli delle possibili conseguenze e non devono far fronte a inattese perdite finanziarie in vecchiaia.
  • Discutere preventivamente la pianificazione della vita comune e le esigenze di carriera di entrambi i partner. Sulla base di tali considerazioni, si può prendere una decisione condivisa su quale sia il modello di famiglia giusto per entrambi.
  • Non trascurare la propria attività professionale. Anche durante l'interruzione dell'attività lavorativa per la nascita di un bambino, tenersi quanto più possibile aggiornati, per poter proseguire agevolmente la propria carriera.
  • In caso di riduzione del grado di occupazione di uno o entrambi i partner, è consigliabile che tutti e due continuino a effettuare versamenti nella previdenza privata.
  • Verificare regolarmente le reali condizioni di vita e, se necessario, stipulare una convenzione matrimoniale per definire misure concrete per la tutela reciproca come, ad esempio, una remunerazione del lavoro familiare per la persona che riduce il proprio grado di occupazione o interrompe l'attività lavorativa.

Quali sono gli aspetti previdenziali da considerare dopo il divorzio?

Dopo un divorzio o una separazione, sarebbe opportuno esaminare nuovamente la propria situazione previdenziale per apportare eventuali modifiche. Dopo la separazione, ad esempio, i partner che non esercitano un'attività lucrativa devono versare nuovamente i propri contributi AVS per evitare lacune previdenziali. Potrebbe essere opportuno anche effettuare un riscatto nella cassa pensione o versare contributi più elevati nel pilastro 3a per colmare le lacune che si sono create. Una pianificazione accurata e prudente è fondamentale per garantire che si raggiungano i propri obiettivi finanziari per la vecchiaia.